Il progetto Agritech Living Lab Network for communication and connection between Agritech Innovations (in sintesi AgriLiv Network) è iniziato. È il progetto nato nell’ambito dell’attività di ricerca dello Spoke 3 di Agritech (Centro nazionale per le tecnologie in agricoltura) che mira a promuovere la conoscenza e l’adozione di innovazioni tecnologiche e strategie sostenibili per la gestione intelligente dei sistemi agricoli e del loro impatto ambientale. I partner del progetto AgriLiv sono Cer (Consorzio di bonifica di secondo grado per il Canale Emiliano-Romagnolo) che ne è il capofila, Horta, Euro.Soft, Edagricole, Latitudo 40.
La piattaforma virtuale dei living lab
Per raggiungere questo obiettivo, il progetto si propone di realizzare una piattaforma virtuale (sito internet) che permetta di mappare le innovazioni tecnologiche prodotte e testate nei Living Lab (centri dimostrativi promotori di innovazioni in agricoltura) del Centro nazionale Agritech e divulgare i risultati della ricerca da essi sviluppata.La piattaforma sarà quindi costituita da due sub-componenti:
- un geoportale, sviluppato secondo le moderne tecniche di gestione dei database spaziali con la possibilità di interrogare e confrontare i dati e accedere alle pagine specifiche di ogni living lab;
- una sezione di comunicazione che permetterà di veicolare i risultati delle attività di ricerca svolte nei living lab e le iniziative di comunicazione, formazione e coaching realizzate nell’ambito del progetto per coinvolgere attivamente la rete di stakeholder.
In sintesi, lo scopo del sito è quello di divulgare i risultati dell’attività di ricerca portata avanti dai living lab di Agritech. Le innovazioni tecnologiche infatti sono di interesse per una molteplicità di attori del settore agricolo (agricoltori, ricercatori, industria agroalimentare, Istituzioni, associazioni di categoria, studenti e professori, fornitori di servizi tecnologici ecc.) che spesso però non hanno contezza dei risultati ottenuti dalla ricerca scientifica.
La divulgazione permette di superare le barriere che ostacolano il “technology uptake”. Una delle principali barriere è rappresentata dalla resistenza al cambiamento da parte degli agricoltori, che possono essere riluttanti ad abbandonare pratiche tradizionali in favore di nuove tecnologie a causa di una mancanza di consapevolezza o comprensione delle potenzialità dell’innovazione e timori legati all’investimento finanziario iniziale, oppure semplicemente dalla preferenza per pratiche consolidate nel tempo.
Anche la mancanza di disponibilità di risorse finanziarie costituisce un altro ostacolo significativo in quanto l’adozione di tecnologie avanzate richiede spesso investimenti sostanziali, risultando tale aspetto particolarmente critico nelle realtà agricole più piccole o meno sviluppate. Inoltre, la mancanza di accesso alle informazioni e alla relativa formazione può limitare la comprensione da parte degli agricoltori delle innovazioni disponibili e dei relativi benefici. Questa barriera può essere accentuata in contesti rurali o in regioni geograficamente isolate.
Non secondarie sono le sfide normative e la complessità delle politiche agricole che sottendono l’innovazione poiché le regolamentazioni spesso non sono allineate alle nuove tecnologie (si pensi ad esempio all’utilizzo dei reflui in agricoltura), o la loro implementazione potrebbe richiedere adattamenti che gli agricoltori trovano onerosi o complicati.
Infine, anche la frammentazione delle filiere può complicare la diffusione delle innovazioni. Una mancanza di collaborazione tra i vari attori del settore agricolo può pertanto ritardare la condivisione delle best practices e la scalabilità delle soluzioni innovative.
Sito, demodays, webinar, newsletter e articoli
AgriLiv Network punta a identificare il maggior numero possibile di persone e imprese nell’ambito agricolo e agroindustriale per allargare la rete di stakholder interessanti alla innovazioni Agritech attraverso un coinvolgimento tramite contenuti editoriali pubblicati sul sito ma anche eventi in campo, webinar, newsletter e post sui canali social.
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Cos’è Agritech?
Il Green Deal europeo, parte essenziale dell’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, fissa obiettivi ambiziosi per l’economia e in particolare per il settore agricolo, puntando a preservare lo stock di capitale naturale e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per raggiungere questi obiettivi, il documento sottolinea l’importanza delle tecnologie digitali, evidenziando il ruolo chiave del settore agroalimentare e l’importanza della strategia Farm to Fork come strumento operativo per attuare il Green Deal nel settore agricolo. Coerentemente con questa prospettiva, vengono individuati tre principali obiettivi chiave:
- Garantire cibo nutriente, sano e sostenibile per tutti
- Realizzare la piena circolarità dei sistemi alimentari e agricoli
- Creare una piena circolarità dei sistemi alimentari e agricoli. Ripristinare la diversità nei nostri sistemi alimentari, agricoli e sociali
Produrre cibo sufficiente e sicuro per una popolazione in crescita senza sfruttare eccessivamente le risorse naturali è uno dei maggiori problemi che la nostra società deve affrontare, trovando soluzioni sostenibili nel lungo termine. Si tratta di una sfida globale, collocata in un contesto difficile di clima instabile, crescente competizione per terra, acqua ed energia, in un mondo sempre più urbanizzato e globalizzato. L’importanza e la portata di questa sfida richiedono uno sforzo di ricerca significativo che va ben oltre la capacità di ogni singola istituzione. Per affrontare adeguatamente questo problema, è obbligatorio sviluppare un programma di ricerca integrato, su larga scala e multidisciplinare.
È in questo contesto che il Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) – in attuazione dell’Investimento 1.4 “Potenziamento strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali” di R&S su alcune Key Enabling Technologies” nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e ricerca” Componente 2 “Dalla ricerca all’impresa” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (di seguito Pnrr) – ha finanziato con 1,6 miliardi di euro la creazione di cinque Centri Nazionali (di seguito Cn). I Cn sono aggregazioni di Università statali ed Enti Pubblici di Ricerca vigilati dal Mur e possono prevedere il coinvolgimento di Università non statali, altri Enti Pubblici di Ricerca e di altri soggetti pubblici o privati altamente qualificati che svolgono attività di ricerca.
Il Centro Nazionale di Ricerca per le tecnologie dell’Agricoltura – Agritech, realizzato e gestito dalla Fondazione Agritech, è uno dei cinque Centri Nazionali istituiti dal Pnrrr. Agritech è organizzato in un Hub, struttura che svolge attività di gestione e coordinamento, e in 9 Spoke che svolgono le attività per la realizzazione degli obiettivi sopracitati. Gli Spoke coprono 9 diverse aree tematiche strategiche:
- Risorse genetiche vegetali, animali e microbiche e adattamento ai cambiamenti climatici
- Crop Health: un approccio sistemico multidisciplinare per ridurre l’uso di prodotti agrochimici
- Tecnologie abilitanti e strategie sostenibili per la gestione intelligente dei sistemi agricoli e del loro impatto ambientale
- Sistemi agricoli e forestali multifunzionali e resilienti per la mitigazione dei rischi legati al cambiamento climatico
- Produttività sostenibile e mitigazione dell’impatto ambientale nei sistemi zootecnici
- Modelli di gestione per promuovere la sostenibilità e la resilienza dei sistemi agricoli
- Modelli integrati per lo sviluppo delle aree marginali per promuovere sistemi produttivi multifunzionali che valorizzino la sostenibilità agroecologica e socio-economica
- Nuovi modelli di economia circolare in agricoltura attraverso la valorizzazione e il riciclo dei rifiuti
- Nuove tecnologie e metodologie per la tracciabilità, la qualità, la sicurezza, misurazioni e certificazioni per valorizzare e tutelare la tipicità nelle filiere agroalimentari
L’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna gestisce lo Spoke 3 – “Tecnologie abilitanti e strategie sostenibili per la gestione intelligente dei sistemi agricoli e del loro impatto ambientale”.
Gli obiettivi strategici di ognuno di questi nove filoni di ricerca sono cinque:
- Resilienza: aumentare la produttività sostenibile e promuovere la resilienza ai cambiamenti climatici;
- Basso impatto: ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale;
- Circolarità: sviluppo di strategie di economia circolare;
- Recupero: sviluppo sostenibile delle aree marginali;
- Tracciabilità: promuovere la sicurezza, la tracciabilità e i tratti tipici nelle filiere;
Ogni Spoke realizzerà diversi living lab per eseguire ricerche, sfruttare tecnologie e sostenere prove sperimentali per le industrie.