Non sai cos’è Agritech e cosa fa per il settore agricolo? Scoprilo riguardando la registrazione del webinar “La gestione smart dell’azienda agricola: prospettive e soluzioni dal progetto Agritech”. Si tratta del primo di una serie di incontri online organizzato dal progetto AgriLiv Network, nell’ambito dell’attività di ricerca dello Spoke 3 di Agritech. Attilio Toscano, Luca Corelli Grappadelli e Davide Viaggi in qualità di referenti dello Spoke 3 hanno illustrato l’organizzazione di Agritech e alcune delle attività in corso.
Il Centro nazionale di ricerca per le tecnologie dell’agricoltura
Il Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) – in attuazione dell’Investimento 1.4 nell’ambito della Missione 4, Componente 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) – ha finanziato con 1,6 miliardi di euro la creazione di cinque Centri Nazionali (Cn). I Cn sono aggregazioni di Università statali ed Enti Pubblici di Ricerca vigilati dal Mur e possono prevedere il coinvolgimento di Università non statali, altri Enti Pubblici di Ricerca e di altri soggetti pubblici o privati altamente qualificati che svolgono attività di ricerca.
Il Centro Nazionale di Ricerca per le tecnologie dell’Agricoltura – Agritech, realizzato e gestito dalla Fondazione Agritech, è uno dei cinque Centri Nazionali istituiti dal Pnrrr. Agritech è organizzato in un Hub, struttura che svolge attività di gestione e coordinamento, e in 9 Spoke che svolgono le attività in ambiti di ricerca specifici:
- Risorse genetiche vegetali, animali e microbiche e adattamento ai cambiamenti climatici
- Crop Health: un approccio sistemico multidisciplinare per ridurre l’uso di prodotti agrochimici
- Tecnologie abilitanti e strategie sostenibili per la gestione intelligente dei sistemi agricoli e del loro impatto ambientale
- Sistemi agricoli e forestali multifunzionali e resilienti per la mitigazione dei rischi legati al cambiamento climatico
- Produttività sostenibile e mitigazione dell’impatto ambientale nei sistemi zootecnici
- Modelli di gestione per promuovere la sostenibilità e la resilienza dei sistemi agricoli
- Modelli integrati per lo sviluppo delle aree marginali per promuovere sistemi produttivi multifunzionali che valorizzino la sostenibilità agroecologica e socio-economica
- Nuovi modelli di economia circolare in agricoltura attraverso la valorizzazione e il riciclo dei rifiuti
- Nuove tecnologie e metodologie per la tracciabilità, la qualità, la sicurezza, misurazioni e certificazioni per valorizzare e tutelare la tipicità nelle filiere agroalimentari
L’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna gestisce lo Spoke 3 – “Tecnologie abilitanti e strategie sostenibili per la gestione intelligente dei sistemi agricoli e del loro impatto ambientale”.
Gli obiettivi strategici che accomunano questi nove filoni di ricerca sono cinque:
- Resilienza: aumentare la produttività sostenibile e promuovere la resilienza ai cambiamenti climatici;
- Basso impatto: ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale;
- Circolarità: sviluppo di strategie di economia circolare;
- Recupero: sviluppo sostenibile delle aree marginali;
- Tracciabilità: promuovere la sicurezza, la tracciabilità e i tratti tipici nelle filiere;
Ogni Spoke realizzerà diversi living lab per eseguire ricerche, sfruttare tecnologie e sostenere prove sperimentali per le industrie.
Vedi la presentazione di Attilio Toscano o rivedi il suo intervento
Attività di ricerca e tecnologie realizzate dallo Spoke 3
I partner che compongono lo Spoke 3 sono: Università di Milano, Università di Napoli, Politecnico di Milano, Università di Perugia, Università di Parma, Università di Reggio Calabria, Università di Catania, Cnr, Cnh, Intesa San Paolo, Bonifiche Ferraresi, Telespazio e Irritec. La collaborazioni di questi enti di ricerca e imprese private hanno portato alla progettazione di diverse tecnologie.
Ricordando che l’obiettivo dello Spoke è la realizzazione di tecnologie abilitanti e strategie sostenibili per la gestione intelligente dei sistemi agricoli e del loro impatto ambientale, le attività di ricerca sono focalizzate su 3 asset: soluzioni intelligenti per una gestione precisa e sostenibile dei sistemi agricoli (Wp 3.1), strategie innovative per proteggere le risorse naturali e ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura (Wp 3.2), valutazione del coinvolgimento degli stakeholder nell’utilizzo dell’innovazione (Wp 3.3). Nell’ambito del Wp 3.1 e 3.2 sono state valutate le seguenti tecnologie:
- Remote e proximal sensing per la valutazione della qualità dei suoli e delle colture;
- Sensori (multispettrali, iperspettrali, Lidar) compatibili con droni per il rilevamento delle erbe infestanti e la valutazione dei parametri commerciali per alberi da frutto;
- Rilevamento stato fisiologico delle colture tramite robot per la coltivazione di precisione in serra;
- Rilevamento stato sanitario delle colture tramite lo sviluppo di una metodologia veloce, a basso costo e non distruttiva basata su indici di colore da immagini Rgb acquisite da piattaforme Uav per stimare i parametri sanitari e di qualità dell’uva nel vigneto;
- Sensore per la valutazione dello stato idrico per un’irrigazione di precisione (Bioristor);
- Prototipo da laboratorio di sensore prossimale (non a contatto) di Time Domain Nirs per la caratterizzazione ottica della qualità di frutta e ortaggi;
- Trattore a guida autonoma 100% elettrico e calcolo dei costi di lavoro in funzione di dati forniti automaticamente da macchine operatrici in lavorazione, attraverso connettività Canbus;
- Mobilità autonoma, elettrica, per frutteti/vigneti;
- Utilizzo di reti neurali per il monitoraggio della crescita dei frutti;
- Piattaforma sperimentale per lo studio di irrigazione di precisione in contesti di distribuzione di acqua a turni (irrigazione per scorrimento) e di altri metodi di distribuzione irrigua;
- Irrigazione in deficit, accoppiata a fertilizzazione on demand;
- Strategie e tecniche colturali sostenibili per la gestione della fertilità naturale attraverso modello Ermosa;
- Valutazioni sull’uso di Plant Growth Promoting Microbiota (Bacillus subtilis BaRHF6) per migliorare la crescita delle leguminose (in particolare pisello) e la tolleranza allo stress salino, mantenendo alte prestazioni simbiotiche;
- Impianto di sub-irrigazione collegato a sensori di campo per incrementare l’efficienza d’uso e ridurre il consumo idrico;
- Valutazione degli effetti delle acque reflue depurate sull’impianto di irrigazione (uso di ali gocciolanti con additivi antibatterici);
- Nature Based Solutions per il trattamento e la ritenzione delle acque di runoff e drenaggio agricolo.
Vedi la presentazione di Luca Corelli Grappadelli o rivedi il suo intervento
Ma le tecnologie sono davvero utili?
Un tema essenziale da porsi quando si parla di tecnologie è quello del loro valore economico per un’azienda. Cioè, ci sono davvero dei maggiori profitti grazie all’agricoltura di precisione e smart in generale? Da una rapida ricerca in letteratura emerge che ci sono casi in cui i profitti sono anche del +20% ma la vera risposta è come sempre “dipende”. In particolare dipende dall’accettabilità da parte dei consumatori, dalle attitudini degli agricoltori, dall’adattabilità ai diversi tipi di aziende, dalla strategia di filiera, dalla valorizzazione dei benefici ambientali e dal supporto pubblico. Ecco perché la cosa migliore da fare quando si progetta e si testa una nuova tecnologia sarebbe quella di confrontarsi sin da subito con gli utilizzatori finali. Da qui la necessità dello Spoke 3 di concentrarsi anche su attività di survey verso consumatori, agricoltori e stakeholders; valutazione costi-benefici e multicriteriale; analisi delle politiche; costituzione di una rete di living labs.
Rivedi l’intervento di Davide Viaggi